"Self spanking"

Quel pomeriggio d'estate Renato stava tornando a casa prima dal lavoro, il banchetto era finito prima del previsto, ben felice di questo e data la bella giornata, voleva rientrare presto per poi andare con Anna a godersi un po' di mare.
Per fortuna c’era poco traffico per via dell’ora ed in meno di venti minuti fu subito a casa.
Appena entrato non avvertì come al solito la presenza della moglie e nemmeno la vide, né in cucina e né in soggiorno, quello che lo insospettì però, furono degli strani rumori provenienti dal bagno.
Incuriosito aprì la porta.
E in quel momento tutto si sarebbe aspettato tranne di vedere la propria consorte appoggiata al lavandino, con le culotte alle caviglie, che ignara della sua presenza si stava sculacciando con una specie di racchetta da ping pong, così d’istinto esclamò : <anna! CHE STAI FACENDO ? >
La donna, colta di sorpresa, trasalì: < Renato, sei tornato presto, non sto facendo niente>, rispose cercando di ricomporsi come meglio poteva, mentre un violento rossore le saliva sulle guance.
Renato con tono alterato aggiunse: <come niente? Torno a casa e ti trovo che ti stai sculacciando con quel coso! Lo so io perché lo fai! E' tutta colpa di quel cavolo di forum che ti riempie la testa di idee strane!>
Anna un po’ stizzita cercò di controbattere : <non è colpa del forum, lo hai sempre saputo, da quando stiamo insieme, che mi piace essere sculacciata! Per anni ho pensato di essere strana ma poi ho trovato nel forum gente con le mie stesse pulsioni e di questo sono felice, e poi il self spanking mi aiuta a vivere!>
Renato:<come ti aiuta a vivere?>
Anna:<È inutile che fai quella faccia! Mi aiuta a vivere, d’altronde ho cercato in tutti i modi di farti capire quali erano i miei bisogni, ma tu niente! Ero affamata e mi sono sculacciata da sola, che male c'è? O pensi che mi bastino quelle poche sculacciatine che mi dai prima di fare l'amore? Non ti ho mai chiesto niente, non ho mai preteso niente da te, almeno lasciami saziare un poco da sola>.
Ed ancora continuò poi Anna con tono di sfida : <ti ricordi cosa dicevamo sempre? Prendere l'appetito fuori e mangiare a casa! Attento Renato, potrebbe darsi che un giorno mi potrei stancare di soddisfarmi da sola e cercare qualcuno più appassionato di te in queste cose!>
Renato non riusciva a credere alle proprie orecchie, Anna stava dicendo che se lui non se la fosse coricata sulle ginocchia per impartirle una sana disciplina domestica era più che disposta a cercarsi un uomo in grado di farlo, lo stava sfidando apertamente.
A quelle parole Renato fu colto dalla gelosia perché conoscendo bene Anna sapeva che, non si sarebbe fatta scrupolo di ottenere con qualsiasi mezzo quello che voleva.
Una lunga, severa, cocente sculacciata disciplinare.
Improvvisamente fra Renato e Anna calò un silenzio gelido, Renato era al tempo stesso turbato e
nervoso, dentro di se si dava la colpa se la situazione fra di loro era arrivata a quel punto, e invece Anna era arrabbiata e si sentiva insoddisfatta del fatto che il marito non le desse quello che desiderava da così tanto tempo, un fondoschiena purpureo e rovente.
Renato, mentre prendeva Anna per la mano e la conduceva in camera da letto, ruppe il silenzio con tono pacato e calmo : <capisco, ed allora, se le cose stanno così è più che giusto che a mali estremi vi siano estremi rimedi>
Si sedette sul letto e in men che non si dica Anna, con sua grande sorpresa si ritrovò coricata sulle ginocchia del consorte.
Anna, che non si aspettava niente di simile, urlò: <renato CHE FAI! SEI IMPAZZITO?>
Nel silenzio più assoluto Renato, per nulla distratto dai tentativi della donna di liberarsi da quella posizione, le tolse dalla mano il tagliere che aveva usato fino a poc'anzi, lo osservò con attenzione e commentò : <guarda, guarda, ecco perché tempo fa mi hai chiesto la sega, questo è il tagliere che stava a casa di mia madre e che tu l'hai rimodellato; beh, spero per te che faccia il lavoro per cui ti sei data tanto da fare>.
Anna, stesa a pancia sotto, sulle ginocchia di Renato, venne colta dal panico, che aumentò in maniera esponenziale quando l'uomo, con mossa decisa le alzò il vestitino da casa e le abbassò le culotte bianche fino alle caviglie.
Renato continuò con voce calma ma minacciosa: <come hai detto tu, sei affamata ed è giusto che essendo tuo marito ti sfami per bene, e stai pur tranquilla che dopo che avrò riscaldato a dovere il tuo bel sedere ti sarà passata la voglia di mangiare fuori!>
Queste parole fecero venire la pelle d'oca ad Anna che cominciava a temere il peggio.
Detto ciò Renato alzò la “tavoletta della nonna”, così la chiamava Anna, e senza esitazione, dopo averle bloccato il braccio destro dietro la schiena per impedirle di proteggersi colpì con severità il nudo bersaglio, facendo restare senza fiato la moglie.
Renato era proprio furioso: < E così ... SPANK, ... sei affamata ...SPANK, ... te la tolgo io la fame ... SPANK, ... te la faccio passare io la voglia ... SPANK , ... di mangiare fuori ... SPANK, ... te ne darò tante ...SPANK, ..., ma tante ... SPANK, ... che ti metterai a dieta ... SPANK...>
E via di questo passo, per un buon quarto d'ora di fuoco, alternando i rimbrotti alle sculacciate Renato, incurante degli strepiti e delle suppliche di Anna diede alla donna una cocente lezione di disciplina domestica.
Quando la punizione ebbe termine aiutò una Anna ancora in singhiozzi ad alzarsi dalle sue ginocchia, e le permise di massaggiarsi con delicatezza le natiche ardenti.
Poi con tono severo Renato le ordinò : < Adesso vai nell'angolo del salone, mettiti faccia al muro finché non te lo dico io e tieni bene alzato il vestito perché voglio in mostra le tue belle chiappe !>
Ordine che Anna eseguì all'istante, incespicando nelle culotte che le rendevano difficoltoso camminare si mise faccia al muro, mentre il marito la guardava con un sorriso soddisfatto e conscio di aver riportato finalmente in casa la pax familiare.